Un rapporto pubblicato sulla rivista Journal of Parkinson’s Disease avverte che l’incidenza della malattia di Parkinson sta crescendo a dismisura e potrebbe diventare pandemica entro il 2040.
Journal of Parkinson’s DiseaseJournal of Parkinson’s Disease
“I disturbi neurologici sono oggi la principale fonte di disabilità a livello mondiale, e il disturbo neurologico in più rapida crescita nel mondo è la malattia di Parkinson”, si legge nello studio.
I ricercatori spiegano che, pur non essendo una malattia infettiva, il Parkinson presenta molte delle caratteristiche di una pandemia: è aumentato in tutte le principali regioni del mondo e sembra cambiare in risposta ai cambiamenti dell’invecchiamento e dell’industrializzazione.
“Il Parkinson è in aumento e potrebbe essere una creazione dei nostri tempi. A differenza della maggior parte delle malattie il cui carico diminuisce con il miglioramento dello status socioeconomico, il carico della malattia di Parkinson fa il contrario”, aggiunge il rapporto.
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Un allarme globale
Secondo il rapporto, tra il 1990 e il 2015 il numero di persone affette da Parkinson è raddoppiato fino a superare i 6 milioni.
Ma non è questo il peggio: gli scienziati stimano che questo numero potrebbe raddoppiare ancora fino a superare i 12 milioni entro il 2040, e addirittura salire a 17 milioni.
Una delle cause principali di questo aumento è il fatto che anche la popolazione mondiale di età superiore ai 65 anni sta crescendo rapidamente, e il Parkinson è più comune a questa età.
Oltre all’età, l’industrializzazione sperimentata in molti Paesi ha comportato l’esposizione a pesticidi, solventi e metalli pesanti che sono stati collegati alla malattia di Parkinson.
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